Gli inquieti spiriti e l'improbabile intervista ad Alessandro Bonforte

ilCantodegliInquietiSpiritiIl canto degli inquieti spiriti” è uscito da pochissimi giorni. Il mio nuovo romanzo, disponibile su GoWare (clicca sul nome per visualizzarlo) è disponibile in versione elettronica, cartacea o audiolibro, fa parte della collana Pesci Rossi ed è inserito nel genere categoria Storia.

Inizio quindi a parlarvi del mio libro presentandovi il suo protagonista principale. Alessandro Bonforte, è nato nel dicembre 1896 in un paesino della provincia di Milano. Figlio di Ranieri Bonforte e di Filippa Manfredini, è cresciuto nelle vicinanze del capoluogo lombardo per tutta la sua vita. Anziché descrivervi io stesso questo singolare personaggio, ho pensato bene di rivolgergli alcune domande, così che sarà più interessante e conciso ogni dettaglio che vorrà condividere con voi.

Dunque, Alessandro, di cosa parla questo romanzo che ti vede protagonista?
Difficile a dirsi. Potremmo sicuramente stabilire che non c’è una definizione assoluta, né di me, né del mio passato, né dei miei pensieri. Certo, ci sono momenti chiave, ma la storia non è lineare, non segue un filone tradizionale ed è difficile riassumerla in un solo concetto. Le vicende della guerra sono però il punto cruciale, di svolta, rispetto ciò che ero e ciò che sono divenuto.

Puoi essere più preciso?
Certo. Vedi, la mia situazione famigliare già era precaria, poiché mio padre aveva abbandonato me e mia madre poco prima della guerra, ed io avrei dovuto far fronte a tutti i suoi debiti. Per fortuna in quel periodo ho anche conosciuto Michela, che è stato l’unico barlume di speranza e gioia, dato che di lì a breve me ne sono capitate di tutti i colori.

viaggioQuali luoghi tocca il viaggio che si verifica all’interno del libro?
Si tratta di un viaggio mentale, fra ricordi, momenti cancellati che vengono recuperati, frammenti, scorie. Ma c’è anche uno spostamento vero e proprio, su strada ferrata. Mi muovo da Milano e devo raggiungere Firenze, ma nel mentre faccio una sosta a Bologna perché ci sono persone con cui devo parlare, i genitori di un mio buon amico che è caduto in guerra.

BonforteChe ricordi hai del tuo paese natale?
Sono cresciuto in un paesino della periferia milanese, di quelli con tanti sobborghi, la piazzetta dove tutti si riuniscono e si conoscono, i negozietti, i mercanti. Mio padre era un mercante di stoffe e conosceva tutti in paese, eravamo quasi un punto di riferimento per la comunità e si stava come in una grande famiglia. Gigi e Bartolo erano i miei amici più stretti, ma tutto si è lentamente disgregato nel tempo e probabilmente anche in questo caso è colpa della guerra.

Parlaci del rapporto con Michela.
Si tratta di un amore a prima vista, sbocciato in modo inconsueto in una notte in cui l’ho soccorsa per strada, dopo aver visto che non se la passava molto bene. Veniva da un altro paese e si era trasferità lì da poco tempo assieme ai suoi famigliari. Ci siamo frequentati e poi ci siamo fidanzati, ma la mia partenza ha cambiato tutto.

Ci sono scene di guerra in questo libro?
Non in senso stretto. Non descrivo la guerra in sé ma l’effetto che ha avuto sulla mia famiglia, su di me, così come sui miei commilitoni. Sì, descrivo alcuni di loro, in particolare il figlio di un barbiere che stava simpatico a tutti, Sabatino. Impossibile raccontare quella fase della mia vita senza mescolarla con i ricordi della quotidianità nelle trincere, le battaglie, gli spostamenti, i sacrifizi.

Cosa puoi rivelarci senza dire troppo dell’epilogo della tua vicenda?
Che la guerra crea divisione, e che il dolore non sempre sa unire ma il più delle volte divide. Nella mia storia si intrecciano anche altri avvenimenti, frutto delle mie esperienze di vita, anche in famiglia. Hanno avuto un ruolo importante il rapporto fra mia nonna Caledonia e mia madre Filippa, così come la fuga di mio padre Ranieri, che è scappato dai debiti. Il libro è un percorso di studio del mio passato personale, gli inquieti spiriti sono le emozioni che io non riesco a lasciare andare, le testardaggini di cui sono e siamo spesso schiavi.

Bene, altro proprio non è possibile aggiungere. Sarà il libro a rispondere ad ogni vostro quesito… “Il canto degli inquieti spiriti” è acquistabile in ogni store.
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Il canto degli inquieti spiriti
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